La Boutade supporta la prostituzione sacra, l'occasionale scorribanda, il deperimento e l'assurdità-a-tutto-tondo (con e senza trattini, come titolo di se stessa o di qualcos'altro).
La Boutade, consapevole che le parentesi non si aprono di gusto e si chiudono con violenza, così come le relazioni fra persone, cose, animali e le occasionali fughe d'amore fra animali di specie diverse, tenta invano di impedire che tutto ciò finisca sempre con il branco che prende e sacrifica il qualcosa-qualcuno che sgarra ai presentemente potenti Dèi dello status quo.
La Boutade si destina da sola al più tremendo dei fallimenti.
La Boutade, infatti, non esiste fuori dai confini assai fragili di una virtualità che, con grande disgusto di chi scrive (e che non ha nessun titolo per parlare), si precipita marciando una marcetta verso il tiepidume della realtà. La Boutade ha amici perpetui e nemici provvisori, ed istituisce intersezioni fra i due insiemi. Verso coloro che cadono nel mezzo, si comporta in modo assolutamente scostante, moltiplicando gli sforzi e divaricando i percorsi.
La Boutade esige una assoluta dedizione, nessun senso dell'umorismo, niente lavoro diurno, alcolismo sfrenato e presenza detestabile. "La Boutade" è un uso basculante del linguaggio, ammesso che la metafora linguistica si estenda ovunque. Altrimenti, è solo un'etichetta per fenomeni che si autodistruggono tracciando traiettorie immaginarie verso stati di quiete altrettanto immaginari.
Evviva! A morte!
Olo! Olo! Olo!
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